La risposta è semplice.
Nell’era della digital transformation, la raccolta, organizzazione e soprattutto analisi dei dati svolge un ruolo sempre più centrale nelle aziende per cogliere nuovi vantaggi competitivi.
L’elaborazione di questa mole impressionante di dati necessita delle potenzialità espresse dall’intelligenza artificiale e dalle tecnologie cognitive.
Sia il singolo individuo che le imprese continueranno a produrre dati in modo esponenziale grazie a nuovi dispositivi personali, nuovi ambienti intelligenti, nuovi ruoli che punteranno a creare valore, aumentare l’efficienza, realizzare nuovi prodotti e servizi.
Un’indagine condotta da IDC su un campione di imprese italiane con più di 50 dipendenti evidenzia una nuova e forte propensione all’utilizzo del cognitive computing come strumento di business. Tre, in particolare, le evidenze emerse in questa survey di IDC:
• oltre l’80% delle imprese italiane che puntano al miglioramento dei processi sta pianificando l’avvio delle prime applicazioni basate su tecnologie cognitive a 12-24 mesi;
• oltre il 75% delle imprese italiane con priorità legate al miglioramento incrementale di prodotti e servizi sta prendendo in considerazione la possibilità di impiegare tecnologie cognitive;
• oltre il 70% delle imprese che stanno attraversando processi di trasformazione dell’organizzazione o di sviluppo di nuovi prodotti/servizi sta già impiegando soluzioni e tecnologie di tipo cognitivo.
Il cognitive computing impatterà profondamente sulle fasi di discovery e analisi dei dati, sui processi decisionali e quindi sul business aziendale.